Il “Sorbetto esotico” è un’opera alchemica poiché gli “alimenti” utilizzati nella preparazione del dessert diventano “elementi” dei quadri e i colori “naturali” della frutta diventano colori “artificiali” nel lavoro pittorico. Anche in questo caso si tratta di una stratificazione di procedimenti che portano al risultato finale. Prima Monika reperta fotograficamente gli strumenti di esecuzione e tutti gli ingredienti della ricetta. Quindi procede alla realizzazione del sorbetto. In ultimo conserva in vaschette di plastica gli scarti della frutta e alcuni ingredienti che esporra come segno tangibile del processo avvenuto. La preparazione del dessert e la creazione dell’opera d’arte intersecano il loro percorso. Nelle tavole dipinte viene narrata la ricetta con un linguaggio libero e quasi infantile, al quale si accompagnano spesso dei disegni. Il colore si espande e copre quei disegni togliendo rigidità all’insieme. Con calibrato equilibrio, Monika alterna le tavole dipinte a quelle dove custodisce la materia intaccata dal tempo. Come in tutte le opere di Monika Wolf, il procedimento rigoroso e la griglia compositiva essenzialmente geometrica vengono movimentati dai “sentimenti” interni all’opera, che seguono il sentiero dell’inconscio e della mescolanza di linguaggi. Dalla mescolanza alchemica degli alimenti nasce il cibo che nutre il corpo attraverso il senso del gusto. Dalla mescolanza simbolica di scrittura, pittura ed elementi naturali nasce una immagine che nutre lo spirito attraverso la visione. L’artista come un sacerdote porge questo dono e condivide la sua esperienza con ii pubblico, in un rito di comunicazione esoterica.
Valeria Vaccari, 2003