Plastica d’artista (Valeria Vaccari, 2003)

Nacita Registrata n.1432, 2003 – tecnica mista su tela

L’essenza del lavoro di Monika Wolf è l’effetto che il passaggio del tempo produce sulle cose e sui materiali. La materia originaria si trasforma e viene riassemblata secondo l’infallibile occhio estetico dell’artista, che coglie le sfumature della ruggine, le venature del legno, il colore sbiadito della pioggia. Monika Wolf crea così dei microcosmi portatili, il cuore delle cose che ogni essere umano ha dentro di sé. E proprio questi microcosmi diventano gli organi interni del lavoro esposto in occasione di Plastica d’artista. L’opera associa l’idea di vestito, già trattata pittoricamente, a quella di contenitore di un’essenza raffigurata dagli assemblaggi. Il vestito è uno schermo sfavillante, svela e insieme ricopre il corpo, comunica la personalità dell’individuo ma nasconde la sua anima. Anticamente si cercava la sede dell’anima e si provò a collocarla nel cuore o in certe ghiandole misteriose di cui non si sapeva la funzione. Gli assemblaggi sovrapposti al vestito assomigliano a quegli organi, la parte nascosta e originale che si usura e arrugginisce con il tempo ma rende ogni individuo unico e irripetibile.

Riemerge in questo lavoro la componente alchemica che permea tutta l’opera dell’artista. Anche la tela su cui è disegnato il vestito, deve essere rappezzata, ricucita, tenuta insieme dalla carta. L’artista stimola lo spettatore al contatto fisico con l’opera d’arte, fornendo degli spunti per immaginare liberamente. L’abito rappresentato è quello da applicare alla sagoma di una bambola d’altri tempi e il richiamo all’infanzia è presente in tutta l’opera di Monika Wolf, sotto forma d’immagine fotografica o rappresentazione onirica. La plastica utilizzata sotto forma di contenitore standard, racchiude il nucleo artistico e grazie alla sua neutralità, non interferisce con la storia. La sua trasparenza contrasta volutamente con l’opera e lo spettatore è invitato a dare alla vaschetta significato più ampio, a seconda delle occasioni.

Valeria Vaccari, scritto in occasione della mostra itinerante “Plastica d’Artista”, nel 2003 al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Milano; si riferisce in particolare all’opera “Nascita registrata n.1432”.

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